Di Fiera in Fiera – by Izzinosa.it

impressioni di un visitatore professionale nelle fiere di Torino e provincia ma anche un po' più in là…

7 vizi degli organizzatori

Se Atene piange, Sparta non ride… questo vecchio adagio, dopo aver denunciato i vizi degli espositori, ci torna utile per fare il punto sulle manifestazioni locali e le loro magagne dal lato organizzativo.
Va riconosciuto che organizzare una fiera non è semplice e, oltre agli investimenti di natura economica, bisogna considerare l’impegno e la partecipazione di centinaia di volontari che, va detto, ci mettono tutta la loro buona volontà nel contribuire alla riuscita delle manifestazioni.

Restano alcuni aspetti che vanno presi in considerazione poiché anche la fiera meglio organizzata, se poi pecca in alcune note (apparentemente secondarie) rischia di produrre danni proporzionalmente più grandi di quello che costerebbe mettere mano alle soluzioni. In questa pagina proverò a dare dei suggerimenti che potrebbero aiutare chi organizza a tenere conto di aspetti che, se curati, possono rendere gli investimenti molto più remunerativi.

  1. Indicazioni stradali: questo dovrebbe essere il più elementare degli accorgimenti eppure, non si capisce perché, troppe volte si giunge nel paese e poi non si sa dove andare… bisogna fare delle vere e proprie cacce alla transenna… sì perché è la transenna che chiude il traffico, sovente, l’unico vero indicatore che lì c’è una fiera… per non parlare poi delle frecce di cartone ricavato dagli scatoloni con scritto sopra a pennarello “Fiera ->” che, oltre a far pena, danno una pessima immagine del paese e dell’organizzazione, magari invece ricca di gente volenterosa che si dà da fare. Una pessima indicazione di questo tipo offende anzitutto chi si spreme come un limone per la riuscita della fiera e poi l’immagine stessa della località ove viene organizzata, perché i visitatori poco ne sanno di chi organizza l’evento, e poco gliene cale, ma è la comunità nel suo complesso che ci fa brutta figura. Talvolta dietro queste mancanze ci sono ruggini fra Municipi e Pro-loco o organizzatori privati, ebbene da queste zuffe, diciamolo, penose non escono vincitori ma solo vinti: tutti. Anche i visitatori. Un buon rimedio sarebbe quello di chiedere ad amici o conoscenti che non sono del posto e non conoscono la fiera, in cambio di una cena in trattoria, di fare da cavie: farli arrivare in paese e fargli trovare la fiera senza dargli nessun’altra indicazione se non quelle a disposizione di chiunque arrivi, e poi prender nota delle lamentele. Altrimenti distribuire un questionario con consigli e suggerimenti su come migliorare le indicazioni. A patto che poi si sia disposti a metter mano alle soluzioni.
  2. Informazione: ci sono Comuni che non si degnano nemmeno di indicare sul proprio sito che la fiera è stata annullata. Danno per i visitatori che sprecano tempo e benzina e che non torneranno più in quel paese, danno alla località poiché anche in futuro quei visitatori diserteranno le fiere successive che lì si terranno, danno per gli espositori che lì parteciperanno a future fiere. Bisogna che certi amministratori capiscano (e se non capiscono è bene che siano cacciati) che le fiere sono delle vetrine delle eccellenze locali, sono delle occasioni di crescita economica e culturale del territorio, ogni danno alla loro immagine è un danno alla comunità che inoltre paga uno stipendio a questi incapaci. Informare in maniera completa, attenta e dalla parte di chi visita, è un dovere che le amministrazioni locali e gli organizzatori hanno nei confronti di una vastità di soggetti economici locali e della popolazione del luogo, non solo, ma anche dei visitatori che rappresentano sempre una risorsa importante per l’economia della zona.
  3. Date impossibili: accade meno di quanto sembri, però a volte capita di organizzare fiere in periodi in cui a pochi chilometri ci sono altre fiere simili, salvo poi avere dei periodi in cui, nella zona non succede niente. Un minimo di collaborazione fra enti locali e/o associazioni o agenzie organizzatrici non farebbe male, anche perché gli espositori sono costretti a rinunciare ad un evento facendo così venir meno il contributo alla fiera e favorendo il suo decadimento.
  4. Definizione: succede spesso che più che di fiere si parli di mercati rionali. Allora dobbiamo capirci bene su cosa intendiamo per fiera, poiché c’è una bella differenza fra una bancarella e uno stand. Le fiere locali commerciali sono tali quando 1) promuovono le eccellenze locali, 2) offrono spazi a artigiani, esercenti e piccole imprese per mostrare le proprie caratteristiche e realizzare affari, 3) favoriscono l’innovazione e le idee, 4) creano spazi di aggregazione (manifestazioni musicali, ristorazione, bar, giochi, incontri e dibattiti, sfilate, eventi ecc.).
    Quando queste cose non ci sono, ma si trovano solo due o tre stand e un enorme serpentone di bancarelle, non stiamo più parlando di fiere ma di mercati ove si può fare la spesa e magari trovare anche il contadino che ti porta i cavoli freschi, ma la fiera è un’altra cosa. Com’è un’altra cosa una fiera in cui ci sono solo due stand e il resto sono solo canti e balli, salsicce e peperoni, si tratta di una festa di paese ma non di una fiera. Non prendiamoci in giro.
  5. Pubblicità: certe volte si scopre che esiste una fiera solo perché ce lo dice un amico che per caso si è trovato in quella fiera e, quindi, è troppo tardi. Le fiere vanno promosse in maniera attenta e corretta, non basta sapere che “tanto chi abita in zona lo sa che c’è”. Una fiera non si rivolge mica a chi già ci vive in zona, magari anche, ma si rivolge soprattutto a chi arriva da fuori, dal capoluogo o in dintorni non tanto vicini. Sono queste risorse che favoriscono la crescita delle attività commerciali del territorio, per fare una fiera di chi opera in un paese per chi in quel paese ci abita… beh! Ci sono modi molto meno costosi di divertirsi e di impiegare i fine settimana. D’altra parte la pubblicità alla manifestazione rappresenta uno dei requisiti che gli espositori più attenti e avveduti richiedono prima di aderire.
  6. Assistenza: molte volte, dai parcheggi alla fiera, manca la navetta e se il clima è mite questo si sopporta, ma se così non è (pioggia, neve o caldo torrido) la faccenda assume un aspetto grave: da un lato si pretende che le auto (unico mezzo agevole per raggiungere la fiera) non intasino il paese (sacrosanto diritto!) poi, spesso, si fa pagare la sosta e dall’altro si pretende che i visitatori si mettano in fila per chilometri per raggiungere la fiera. Un accordo di scambio con un operatore locale di trasporti per un servizio navetta risolverebbe tutto.
    Ma non sono solo i trasporti il problema: dove fare pipì (e non solo)? A volte i bagni biologici ci sono ma sono sempre pochi, altre volte si trovano in complessi scolastici o pubblici difficili da raggiungere e male indicati. Il benessere dei visitatori è un investimento che torna nel tempo oltre che un dovere civico e sociale.
  7. Isolamento: ci sono fiere che hanno il sito internet ancora aggiornato all’edizione dell’anno precedente, come se finita la fiera fosse finita l’iniziativa. Invece,come si è visto nella pagina degli eventi, nel convegno sul futuro delle fiere si è detto che quelle che hanno successo sono quelle che sanno tenere informati i visitatori su quello che succede e quello che succederà alla prossima edizione. Questo discorso non vale solo per le grandi fiere nazionali e internazionali ma anche, e soprattutto, per quelle locali. Attraverso Internet, quindi a costi contenuti, si può creare un sito che informa periodicamente sul mondo legato al settore di appartenenza della fiera: ad esempio l’interesse per la “fiera del fagiolino” potrà essere tenuta viva attraverso un sito che riporta la galleria fotografica dell’evento passato, un notiziario sull’andamento delle leggi relative all’agricoltura, in collaborazione con altre fiere di argomenti complementari limitrofe (macchine agricole), fornire informazioni su quello che capita nel settore, anticipare le novità dell’edizione successiva creando tensione per l’attesa, una tensione che si scarica nell’afflusso di visitatori previsto, distribuire dei questionari con la richiesta di autorizzazione all’invio di newsletter che tengano alta l’attenzione al settore. Sono tutte iniziative che favoriscono il successo di una fiera che è il successo della comunità che organizza e che è il successo di chi ama la propria terra e il proprio lavoro.

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