Di Fiera in Fiera – by Izzinosa.it

impressioni di un visitatore professionale nelle fiere di Torino e provincia ma anche un po' più in là…


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Torino – Salone del gusto

Visitata il 22 ottobre 2010

E’ la prima volta che ci vengo, ma ho preso le mie precauzioni. Nel corso delle visite non assaggio nulla e non bevo nulla per non aver problemi di comunicazione con i miei interlocutori. Ma in una fiera così è davvero dura per un goloso come me. Dunque prima di partire faccio un pasto leggero ma piacevole, insalatina, una mela e una scatoletta di carne con pochi grassi. Quanto basta per tenere a bada la gola dalle tentazioni cui sarò sottoposto. E funziona, almeno fino alle 22.
La struttura è ben organizzata: Lingotto fiera, due padiglioni per tutte le regioni italiane, uno per l’estero e un’area “laboratorio” dove mandare in estasi il palato e a farsi fottere il colesterolo. Il giro professionale è più breve del previsto, malgrado tutto finisce in fretta: cerco solo clienti in Piemonte di cui l’ottantacinque per cento degli espositori ha il sito, il dieci è in fase di consegna, il tre non è interessato e il due mi fissa un appuntamento. Poteva andare peggio.
Sono le 22 e tutto quel ben di dio ha fatto il suo effetto: ho una fame smisurata e visto che ho fatto per ben tre volte il giro di tutta la fiera (tre padiglioni), di calorie ne ho bruciate e parecchie, la scatoletta di carne ha fatto un buon lavoro. Adesso si mangia. Cosa? Beh partiamo da cose che qui a Torino difficilmente si trovano: Focaccia di Recco (sublime), nodini di salsiccia sicula arrotolati nel prosciutto e offerti nel cartoccio infilzati nello spiedino (con un titolo sullo stand inequivocabile: noi siamo per il colesterolo!), infine un cannolo siciliano. Tutti rigorosamente fatti sul posto da produttori dei luoghi d’origine, birra di un birrificio di Torino, vicino a casa mia: leggera e squisita. Devo dire che l’eccellenza di ciò che ho gustato è davvero sublime. M’incuriosisce l’area dei fumatori di sigaro che è rigorosamente accessibile solo a chi è già socio… è bello vedere persone che gustano vini adeguati al tipo di tabacco che si sta gustando, è gusto anche quello… e l’odore qui è profumo. Invece trovo divertentissimi gli assaggini, ma proprio ini… ini… ini… molecole di formaggi più piccoli dello stuzzicadenti, frammenti di briciole di biscotti o di pane che neanche si riesce ad apprezzare… Invece ogni assaggio (degno di questo nome) costa dai 50 centesimi ai tre o cinque euro e, dati i venti eruo di biglietto d’ingresso, la cosa pesa un po’. Però se penso a quanto mi sarebbe costato gustare quel che ho gustato cercandolo nel luogo d’origine, l’affare è fatto.
Peccato che Terra madre, all’Oval, chiuda alle 18, molti i delusi e qualche arrabbiato, in effetti c’è chi viene da molto lontano e non è bello trovare il gentilissimo addetto che gentilissimamente ti sbarra la strada.
Nel complesso l’evento è un tripudio di colori e di sapori, di odori e di gusti. Gente di ogni luogo e provenienza, da ogni parte d’Italia e del mondo, davvero un momento importante per la nostra città (al convegno del Sole 24 ore a Milano il 21 settembre non c’era nessun esponente del polo fieristico torinese). Si cammina ascoltando voci in lingue sconosciute e conosciute “…ma con cosa si accompagna?” “…eh questo è tutta un’altra cosa…” “…assaggia? Che te ne pare? Ne prendiamo due?” “…senti che roba… si scioglie in bocca…” “…questa non la trova in giro…” e così via… Le facce sono serene, curiose e godute, qualche calice appeso al collo per i più sofisticati, boccioni per dissetarsi qua e là… E’ la prima volta che i punti ristoro fissi della fiera sono letterlamente deserti, gli addetti, normalmente esauriti dietro alle richieste oceaniche, chiacchierano fra loro lasciando in vetrina qualche panino triste e sconsolato… anche stasera tornerà in frigo. Posso dirlo? Meno male!


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Torino – Euromineralexpo

Visitata il 9 ottobre 2010

Eh! Non c’è che dire: il fascino delle pietre, dei fossili, degli oggetti luminosi, colorati e brillanti attira sempre. A frotte i visitatori si avvicino agli stand di negozianti, gioiellieri, importatori, esportatori e collezionisti distribuiti lungo infiniti tavoli che hanno un pregio importantissimo: fianco a fianco, indiani, italiani, marocchini, coreani, africani, cinesi, srilankesi (si dice così?), francesi, inglesi, lettoni, tedeschi, spagnoli, brasiliani (tanti), da ogni parte del globo (se la Luna fosse abitata, verrebbero anche da lì), da ogni cultura, da ogni idioma, da ogni religione, sono tutti lì, fianco a fianco, panini, kebab, pizza, spaghetti (sì anche quelli), cus cus, insalatine, frittate, un immenso crogiulo di razze, voci, idee, sorrisi e sguardi che si intrecciano con i visitatori anche loro variegati, curiosi, competenti, attenti, misurati, guardano tutto con attenzione con domande precise che lasciano pochi dubbi: se ne intendono. E’ bello passeggiare fra le bancarelle, un po’ difficile invece proporre un sito internet a chi sta vendendo… Ma è il mio lavoro, e in punta di piedi, con un sincero sorriso, porto via pochi secondi al mio interlocutore, quasi mai infastidito, anzi generoso di sorrisi anche lui (o lei), ma il tempo è suo e io glielo lascio volentieri.
Bella questa fiera, importante per numero di espositori e per quantità e qualità di visitatori e prodotti esposti. Si trovano pietre rare e comuni, oggetti di ogni foggia e dimensione, pietre che, ad onta della loro staticità, parlano delle terre da cui provengono, sostengono l’immaginazione di dove si trovassero prima di arrivare qui, qualcuno mette anche la foto degli scavi e allora, almeno con la fantasia, si può inziare un viaggio lungo e grande quanto il mondo. Se poi ci si ferma a parlare con gli espositori si scoprono abitudini, usi e costumi di popoli lontani, ad esempio il 4 è il numero della morte in Giappone altri Paesi asiatici, in Brasile non ordinate mai tre caffè con l’ausilio del pollice ve ne manderanno due, gli americani cominciano a contare dal mignolo, il brasiliano considera Torino a due passi da Verona (per forza, loro hanno distanze siderali nel loro Paese). Visitare questa fiera è educativo, anche per i ragazzi, aiuta a capire meglio altri popoli e conoscere meglio la terra su cui viviamo. Un’esperienza da ripetere.